Festival del Film Etnomusicale

CINEMA LA COMPAGNIA

Via Camillo Cavour, 50/R, 50121 Firenze

 15-17 SETTEMBRE 2017

Dal 15 al 17 settembre 2017, il Cinema la Compagnia di Firenze ospita la decima edizione della rassegna Immagini & Suoni del Mondo. Festival del Film Etnomusicale, rassegna di cinema etnomusicale promossa da Multi Culti. In cartellone 10 lungometraggi, sia documentari che feature films, opera di registi indipendenti, ciascuno con una diversa storia da raccontare, relativa a una diversa parte del mondo. Protagonista di queste narrazioni è l’ibridazione musicale tra tradizione e contemporaneità, globalizzazione e localizzazione, folklorico ed elettronico, indigeno e urbano, in un contesto in cui i confini e le definizioni tendono a perdere di significato. Alcune storie sono vere e proprie mappature sonore di paesi o interi continenti, altre sono biografie di musicisti e musicologi, altre sono poesie molto intime fatte film.

 

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Programma

 

venerdi 15 settembre

ore 17.00

PORRO HECHO EN COLOMBIA

(Porro fatto in Colombia) di Adriana Lucia

(Colombia / 2015 / 75 min.) v.o. spa., sott. ita

Genere: documentario

Con il proposito di ricostruire la memoria musicale, la cantautrice colombiana Adriana Lucia intraprende un’indagine di diversi anni nella sua regione, Còrdoba, che porterà lo spettatore in un viaggio musicale per scoprire l’origine del Porro, genere musicale che è diventato un marcatore identitario della popolazione di questa regione. Attraverso i canti dei vaccari, la musica delle gaitas (flauti indigeni), le bande di ottoni, la champeta, il jazz, influenze culturali zingari e siro-libanesi, la voce della protagonista conduce lo spettatore in un viaggio nella cultura musicale colombiana.

ore 18.30

HAVANA CLUB RUMBA SESSIONS: LA CLAVE

di Charlie Inman

(Cuba /2015 / 73 min.) v.o. inglese e spagnolo, sott. ita

Genere: documentario

Questo documentario è l’ultimo capitolo della relazione di lunga data tra Gilles Peterson, DJ e giornalista della BBC attento ai suoni globali, e la musica di Cuba. Peterson già dal 2009 si avventurò nell’isola caraibica per esplorare il ”beat perfetto”, giungendo alla scoperta di una scena indipendente molto fertile, fatta di artisti innovativi che mischiano Jazz, Soul, Elettronica, HipHop e ritmi tradizionali.
Havana Club Rumba Sessions: La Clave vede Gilles Peterson, insieme al suo vecchio amico Ade Egun Crispin Robinson, narrare la storia del valore della Rumba in un luogo in cui un passato scrupolosamente preservato è da tempo affiancato all’innovazione. Fortemente rispettato sia dalla comunità di percussionisti spirituali dell’isola, sia come musicista in Gran Bretagna, Gilles viene messo in contatto da Robinson con le personalità chiave appartenenti a varie generazioni di musicisti cubani.
Accompagnati nel loro viaggio da Daymé Arocena, una delle stelle della scena musicale cubana contemporanea, tracciano i percorsi della Rumba spaziando dalle tradizionali pratiche di percussione spirituale delle comunità di schiavi, preservate fino ad oggi da danzatori e musicisti, fino alle generazioni più giovani che hanno ricontestualizzato gli elementi della Rumba per loro più interessanti. La storia della Rumba, intrinsecamente legata al commercio degli schiavi, intreccia in modo unico gli stili dell’Africa occidentale e della musica iberica. Moltissime istituzioni religiose africane con radici in Congo, Nigeria, Benin e Camerun (come Ifa, Ekpe e Nkisi), vengono rideclinate a Cuba come Lukumi (Santeria), Palo, Abakua e Arara.

Il film racconta e riunisce le realtà religiose e sociali portate dalla diaspora africana, sottolineando quanto i ritmi contemporanei fondamentali della club music abbiano una forte e complessa connessione con queste dimensioni. Il 30 novembre 2016 l’Unesco ha inserito la Rumba cubana nella lista del “patrimonio culturale immateriale” dell’umanità, in quanto “simbolo dell’intera società cubana” e perché “difende il diritto alla diversità culturale basata sul rispetto reciproco”.

ore 21.00

FELICITE’

di Alain Gomis

(Congo / 2017 / 123 min.) v.o. lingala sott. ita

Genere: fiction

Félicité è una donna fiera e autonoma che si guadagna da vivere cantando in un bar di Kinshasa. Ma le vicissitudini della vita mettono a dura prova la sua indipendenza. Quando il figlio Samo finisce in ospedale, Félicité inizia una ricerca d’aiuto disperata; il denaro che garantisce indipendenza a Félicité arriva dalle sue performance come cantante nelle bettole più oscure della città e la band che l’accompagna è la Kasai Allstars.

Lo spettatore si trova di fronte ad una donna di carattere, a tratti cocciuta, che affronta la vita di petto. Il suo mondo, fatto di musica e indipendenza, si sgretola in poche ore. Félicité corre, va in moto, si dimena tra le mani di uno strozzino e non smette di lottare per amore. Le sue peregrinazioni ci permettono di scoprire una megalopoli dai mille contrasti. La bidonville lascia spazio, anche solo per pochi attimi, ai grattaceli del centro città; le strade sterrate si trasformano in viali asfaltati; la spazzatura incendiata è sostituita da viali alberati.

Gomis osserva senza giudicare. Il suo sguardo è simile a quello dell’iraniano Jafar Panahi e la sua cinepresa segue senza sosta la sua eroina. Ad un tratto, sconfina oltre i limiti del reale per mostrarci un mondo onirico fatto di silenzi, di pace, di terra e acqua. Durante il resto del film, il silenzio, in compenso, è cosa rara. Sin dai primi attimi, il vocio della folla ronza in sala senza sosta, lasciando spazio a più riprese alla musica.

Premi: Berlinale 2017 (Orso d’Argento), Fespaco 2017 (Étalon d’or per il migliorfilm)
 

sabato 16 settembre

 ore 16.00

VOCI DEL SACRO

Due generazioni di canto a cuncordu alla settimana santa di Cuglieri (Sardegna)

di Renato Morelli

(Italia / 2015 /45 min.) v.o. italiano

Genere: documentario

A Cuglieri, paese della Sardegna centro-occidentale, le cerimonie popolari religiose della Settimana Santa sono tradizionalmente accompagnate da su cuncordu (il coro), formato da quattro cantori specializzati, che eseguono il Miserere (salmo 50) e lo Stabat Mater in lingua latina. Sono canti di grande complessità e di straordinario interesse musicologico, che si sono miracolosamente conservati fino ad oggi, pur essendo esclusivamente di tradizione orale. Il film mette a confronto due generazioni di cantori, mentre sono impegnati nelle tre giornate più intense e significative del rito.


 ore 17.00

ISTANBUL MAKAMI

(Note di Istanbul) di Yunus Emre Aydin, H. Ozlem Sariyildiz

(Turchia / 2017 / 70 min.) v.o. turco, sott.  ita

Genere: documentario

“Per decidere di lasciare il posto in cui vivi, ti deve mancare qualcosa, oppure devi averne troppo”. In Istanbul Makami si intrecciano le strade di cinque musicisti provenienti da diverse parti del mondo, che si innamorano del “Maqam” (il sistema musicale della tradizione ottomana) e si trasferiscono in Turchia. Un film sul potere conoscitivo della musica, sull’ostinazione, sul desiderio, sul lasciarsi tutto alle spalle per ritrovarsi nella dimensione del viaggio, cittadini del mondo. Cinque storie differenti accomunate dalla paura di inseguire i propri sogni e forse un tentativo di liberare i nostri.

istanbul Makamı / Istanbul Notes TRAILER from UTOPICTURES on Vimeo.

ore 18.30

MALI BLUES

di Lutz Gregor

(Mali / 2016 / 93 min.) v.o. francese, sott. ita

Genere: documentario

Straordinario viaggio sonoro alla scoperta di una delle più interessanti scene musicali contemporanee, tra radici tradizionali e chitarre elettriche, in compagnia di musicisti che combattono per la libertà d’espressione, oggi minacciata dai fondamentalisti islamici. Il Mali, situato nel cuore dell’Africa occidentale, è considerato la culla del Blues e del Jazz. Per secoli la musica ha contribuito a rafforzare l’identità culturale nazionale. Tra i protagonisti: Fatoumata Diawara, compositrice e cantante di fama mondiale, il musicista e cantante “griot” Bassekou Kouyaté, lo street rapper Master Soumy e il leader della band Tuareg Ahmed Ag Kaedi.

ore 21.00

TARANTA ON THE ROAD

di Salvatore Allocca

(Italia / 2017 / 80 min.) v.o. ita

Genere: fiction

 All’indomani della primavera Araba del 2011, Amira e Tarek, due migranti tunisini senza niente in comune, raggiungono la costa italiana. Per caso, si ritrovano entrambi a chiedere aiuto ad una band salentina, alla ricerca del successo tra sagre e matrimoni, che li scambia per una coppia in attesa di un figlio, decidendo così di aiutarli a raggiungere la Francia. Il viaggio, la paura, l’amore, l’incertezza del futuro e il desiderio di trovare la propria strada, uniranno tutti in un’esperienza unica che, forse, cambierà per sempre le loro vite.


 

domenica 17 settembre

ore 17.00

SHU-DE !

di Michael R Faulkner

(Russia, 2016, 85 min.) v.o. ing., sott. ita

Genere: documentario

Shu-De! (Andiamo!) è un’esperienza sensoriale di sonorità e paesaggio, un viaggio attraverso vastità naturali e umane. Nella Repubblica Tuva, tra la Siberia e la Mongolia, steppe sconfinate, lande immense e desolate sono panorami remoti, un vuoto metafisico da cui paiono emergere i suoni e l’improvvisazione canora di un inatteso ensemble: cantanti tradizionali Tuva incontrano un beatboxer di Baltimore. Le percussioni dell’uno si intrecciano al canto difonico degli altri.
Qui, infatti, si tramanda da generazioni e si insegna ai bambini fin dai primi anni di vita la tecnica vocale che, potenziando gli armonici della voce, permette di emettere più note simultaneamente: le singole voci risultano sorprendentemente composte
da più linee melodiche.
Un film lirico ed evocativo perché è l’incontro di due umanità così agli antipodi (geografici, culturali, persino somatici), da apparire realtà incommensurabili. Ma così non è, si tratta innegabilmente di un incontro, veicolato da ciò che più profondamente e atavicamente ci rappresenta e lega come esseri umani: il corpo, il farsi suono del corpo, la vocalità. I ritmi placidi riconducono alla poetica intimista e diventano presto concilianti e pregnanti: immagini impagabili e jam session commoventi si caricano di umanità e ne esprimono le più recondite potenzialità.
Il “glocalism”, l’ibridazione, le dinamiche osmotiche tra centro e periferia (o tra periferie, o tra centri), l’andirivieni centripeto e centrifugo delle relazioni culturali e umane rendono le identità permeabili, articolate e stratificate. È poesia potente nel mostrarci l’unione inesplorata che crea l’inedito, qualcosa di terzo, sensi altri e sensi alti.

 

 

 ore 18.30

CHASING TRANE:

The John Coltrane Documentary di John Scheinfeld

(Stati Uniti / 2016 / 99’) v.o. ing., sott. ita

Genere: documentario

 Denzel Washington dà voce alle parole di John Coltrane, con brani tratti dalle tante interviste della sua carriera, in questo film di John Scheinfeld di U.S.A. contro John Lennon. Rivoluzionario nel jazz, artista di grande sensibilità e spiritualità, la vita di Coltrane è un’avventura americana, dalle origini modeste ai problemi con la droga, fino alle vette di A Love Supreme “inviata dall’Alto” durante la meditazione yoga, compendio di tutta la sua ricerca. Materiale raro e inedito viene riportato alla luce, per offrire un ritratto a 360 gradi della complessa personalità di “Trane”, assieme a testimonianze di famigliari e di musicisti del calibro di Kamasi Washington, Wayne Shorter, Carlos Santana, Sonny Rollins.


ore 21.00

ALAIN DANIELOU – IL LABIRINTO DI UNA VITA

di Riccardo Biadene

(India / 2017 / 1h. 18’) v.o. ita

Genere: documentario

Questo documentario racconta un viaggio musicale che ripercorre la vita avventurosa di Alain Daniélou attraverso la Bretagna, l’India, Venezia, Roma. È nel palazzo di Rewa, sulle rive del Gange a Varanasi, che Daniélou e il suo compagno di vita, Raymond Burnier, fotografo svizzero, decisero di vivere per 15 anni. In questi luoghi, Daniélou si dedicò allo studio del sanscrito, fu iniziato all’induismo, e studiò la musica classica indiana e la Veena professionalmente. È a quegli anni che si deve la stesura di diversi suoi libri sulla filosofia indù, lo shivaismo e i testi vedici.
Al suo ritorno, nel 1961, Alain Daniélou fondò e diresse l’Istituto Internazionale di Studi per la Musica Tradizionale (IITM) a Berlino, dove fu registrata la prima collezione di «World Music» per l’UNESCO.
La Musica indiana, la danza, la religione e la tradizione a confronto con la modernità, la scultura e la filosofia sono i temi esplorati in questo documentario attraverso gli occhi e l’autobiografia di Daniélou se stesso, con un particolare focus sulla musica tradizionale indiana.

Due telecamere Canon in full HD hanno rivelato la luminosità, il colore e la ricchezza eterna dell’ India, dove antichi rituali si mescolano quotidianamente con il moderno. Concerti, spettacoli di danza ed episodi di vita quotidiana si alternano ad immagini di archivio, foto e registrazioni d’epoca.

La narrazione della vita in India di Daniélou passa attraverso Delhi, Khajuraho, Varanasi, Calcutta, Shantiniketan, Bhubaneshwar, Konarak, Puri, Gurgaon, Chennai, Mamallapuram, Pondicherry, Chidambaram, nonché la scuola e la vita a Shantiniketan, la famiglia Mishra e la loro scuola di musica, le cerimonie tradizionali, i matrimoni tra famiglie di musicisti, concerti e spettacoli.
In Europa, i luoghi significativi e gli amici di Daniélou: Venezia, dove ha fondato l’Istituto Internazionale di Studi Musicali Comparati (ora parte della Fondazione Giorgio Cini a San Giorgio Maggiore), Zagarolo non lontano da Roma, dove nel 1969 ha creato la Fondazione Harsharan, ora FIND – Fondazione India-Europa di Nuovi Dialoghi, che è per altro l’ente finanziatore del film documentario. Inoltre Berlino, Parigi, Losanna, Bretagna e New York.

Il Materiale in HD è arricchito dalle preziose foto di archivio della Fondazione FIND, circa 9.000 fotografie originali, scattate in India tra il 1935 e il 1955 da Alain Daniélou e Raymond Burnier. Daniélou e Burnier, percorrendo l’India alla guida di un roulotte, la prima a sbarcare nel sub-continente, sono stati i primi occidentali a fotografare i templi indiani quasi sconosciuti in Occidente all’epoca. Queste fotografie sono state poi presentate nelle più grandi esposizioni internazionali a Parigi (1948), Roma (1949) e New York (Metropolitan Museum, 1949).

ore 22.30

A seguire, le danzatrici Marianna Biadene e Atmananda presentano lo spettacolo “NATARAJA, Omaggio al Dio danzante” una selezione di coreografie originali ispirate al repertorio tradizionale delle danze classiche dell’India meridionale bharatanatyam e kuchipudi. Attraverso la danza, la musica e la narrazione (e in relazione alla biografia di Alain Danielou), lo spettacolo esplora i molteplici aspetti della divinità Shiva Nataraja, Signore della danza

Con la partecipazione straordinaria del suonatore di tabla Sanjay Kansa Banik, componente dell’Orchestra di Piazza Vittorio, su cui è da poco uscito il film documentario The Journey of Tabla.

in collaborazione con: 

TUTTI I FILM SONO IN LINGUA ORIGINALE SOTTOTITOLATI IN ITALIANO

CINEMA LA COMPAGNIA – Via Camillo Cavour, 50/R, 50121 Firenze

Biglietti: € 7 intero – € 5 ridotto (studenti universitari)*

Abbonamento giornaliero (proiezioni pomeridiane + serali): € 10 (valido per tutte le giornate incluso il 17)

*Il biglietto è valido per una delle due sessioni: pomeridiana o serale.
Prevendite presso la cassa del cinema e su www.cinemalacompagnia.it .

I biglietti possono essere acquistati anche presso la biglietteria de La Compagnia tutti i giorni dalle 15 alle 21.

Proiezioni pomeridiane: ore 17.00 (eccetto sab. 16/9 ore 16.00)
Proiezioni serali: ore 21.00

Informazioni: tel. tel. 055-268451  (cell. 348 3657580)
www.multiculti.it
e-mail: leonardodamico69@gmail.com

TRAILER:

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